lunedì 22 luglio 2013

New topics sulla prevenzione dei tumori Ano-genitali nelle donne in età fertile. Il ruolo "chiave" dello Human Papilloma Virus (HPV)

E'ormai accertato e verificata la stretta correlazione tra virus del Papilloma umano (HPV) e l'insorgenza del cancro della cervice uterina. Ulteriori studi di ricerca tutt'ora in corso ci hanno portato all'attenzione e al perfezionamento di metodiche di prevenzione (screening) e di vaccini profilattici contro l'HPV, con conseguente netta riduzione dell'incidenza del cancro cervicale (paesi industrializzati) e dalle indagini diagnostiche terapeutiche ad esso correlate sappiamo inoltre che l'HPV gioca un ruolo di primo piano nell'insorgenza di altri tumori, quali i carcinomi anali, vulvari, vaginali,del pene, e dell'orofaringe. Vogliamo quindi focalizzare l'attenzione sul carcinoma anale: nonostante si tratti di un tumore non ancora molto frequente, è stato rilevato un andamento in crescita di tale neoplasia nell'ultimo trentennio, soprattutto nelle donne a rischio e voglio sottolineare la "netta prevalenza per le donne" rispetto agli uomini. Il Center for Control Disease di Atlanta (CDC) nel 2003 aveva confermato un'incidenza di circa 1600 nuovi casi/anno di tumori anali HPV-correlati nella donna rispetto ai 900 negli uomini.
Svariati studi hanno identificato alcuni fattori di rischio per il cancro anale intraepiteliale (superficiale-anal intraephitelial neoplasia, AIN):
-uso di droghe iniettive
-multipli partner sessuali
-età di inizio dell'attività sessuale
-rapporti sessuali anorecettivi
-infezioni da HIV, bassa conta linfociti CD4
-infezioni cervicali da HPV

Uno studio del 2000 sull'infezione anale da HPV in una popolazione femminile, dimostrava che il 50%-70% delle donne con citologia anale ( PAPtest anale alterato) era stato infettata dal virus, ed una recente review di donne con carcinoma intraepiteliale del collo uterino, vulva o vagina, ha evidenziato una probabilità di sviluppare un cancro anale durante la loro vita, 13 volte maggiore
rispetto alla popolazione generale. Siamo a conoscenza che la patogenesi (meccanismo causale) del Ca. anale può essere, analogamente a quello del Ca. cervicale, correlata ad una "infezione persistente da HPV ad alto rischio": sapppiamo infatti che ano e canale cervicale nelle donne hanno caratteristiche istologiche (tissutali) simili, e ciò li rende bersagli anatomici "sensibili" all'infezione da HPV. Sappiamo anche che la persistenza di questi "genotipi virali ad alto rischio" è associata allo sviluppo di precancerosi (displasia) anale di alto grado (AIN 2-3) che se non trattate, progredisce in carcinoma anale.
L'AIDS Institute del dipartimento di salute pubblica dello stato di New York, raccomanda:
Esplorazione rettale e screening citologico anale sicuramente in tutti i maschi HIV-positivi che hanno rapporti omosessuali, e in tutte le donne con anamnesi (storia clinica) positiva per condilomi ano-genitali e con Paptest cervicale alterato e/o displasia (precancerosi) vulvare.
In sostanza, le donne da sottoporre a screening per displasia anale sono:
- donne HIV positive
- donne con anamnesi positiva per lesione cervicale( collo uterino) , vaginale o vulvare
- donne con immuno-depressione cronica ( pazienti trapiantate)
- donne con rapporti sessuali ano-recettivi

Noi sappiamo che il canale anale é rivestito di epitelio squamoso dallo sfintere anale esterno al margine anale, per una lunghezza di 2-4 cm; siamo a conoscenza inoltre che la zona di transizione del canale anale corrisponde alla giunzione squamo-colonnare del collo uterino, è cioè un'area di "metaplasia attiva", dove l'epitelio della mucosa colonrettale viene progressivamente sostituito dal l'epitelio squamoso che si continua fino alla cute peri-anale. Ora, la tecnica dello striscio anale, (Paptest anale) mediante tampone introdotto nel canale anale e successiva fissazione cellulare su vetrino per esame citologico, può essere considerato un test diagnostico sensibile per la dimostrazione di lesioni superficiali: solo in caso di alterazioni citologiche di rilievo, si ricorrerà ad effettuare un'anoscopia ad alta risoluzione (HRA), che similmente ad una colposcopia del collo dell'utero, mediante applicazione di acido acetico sulle aree sospette, permetterà di rendere "visibili" le cosiddette aree bianche (aceto-bianche), su cui poi si procede a biopsia mirata ed eventuale successivo trattamento escissionale (asportazione) del caso.
Noi oggi sappiamo che la presenza di "ceppi HPV ad alto grado (HPV 16) è correlata a carcinoma squamocellulari" dell'ano nell'86% nei pezzi operatori di tumore anale asportato in popolazioni femminili ad alto rischio.
Sono comunque necessari ulteriori studi di ricerca per verificare l'importanza dell' HPVtest in popolazioni di "donne a basso rischio".
Abbiamo attualmente a disposizione 2 vaccini profilattici:
- vaccino polivalente contro i ceppi 16,18 dell'HPV
- vaccino quadrivalente contro i ceppi 6,11,16,18 dell'HPV
Nel 2010 la FDA ha allargato le indicazioni del vaccino quadrivalente inserendovi la "prevenzione del cancro anale", in base ad uno studio controllato e randomizzato che ha dimostrato un'efficacia del 75-80% nel prevenire la comparsa di lesioni pre-cancerose anali(AIN 1,2,3), associate all'infezione anale da HPV 16,18.
Dato il medesimo meccanismo causale (patogenesi) di tale patologia tumorale sia nei maschi che nelle femmine, possiamo sostenere e concludere che benefici effetti preventivi vaccinali sul cancro del collo dell'utero (ormai consolidati), potrebbero certamente venire confermati, attraverso l'estensione e l'utilizzazione di tale pratica vaccinale anche nella "prevenzione primaria del cancro anale femminile" (Contemporary OB, genn. 2012).