martedì 8 ottobre 2013

LA SESSUALITA' FEMMINILE e I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: il ruolo del "peso" corporeo nelle relazioni sessuo-affettive delle donne con sovrappeso ed obesità.

Noi sappiamo ormai di certo dagli studi clinici osservazionali e dalla letteratura internazionale, che esiste una netta connessione dei processi psicologici nell'ambito delle relazioni intime femminili con il grado di soddisfazione per il proprio corpo (vissuto corporeo) e con i comportamenti alimentari e sessuali.
In altre parole, l'aumentata e progressiva incidenza del sovrappeso e soprattutto dell'obesità rilevata in questi ultimi 30 anni in occidente, ha spinto gli studiosi ad effettuare un "focus" di valutazione sul cosidetto "vissuto corporeo", che comprende:
- il rapporto con il proprio corpo apre positivamente ad una soddisfacente sessualità individuale e di  "coppia", inclusa l'assenza della paura di essere rifiutati dall'altro.
- il "corpo" come mezzo di espressione sessuale inteso SIMBOLICAMENTE in termini di potenzialità  seduttiva
- la conoscenza della propria fisiologia sessuale e dell'altro sesso
- l'interesse nei confronti della sessualità
Come evidenziato da svariati e recenti studi osservazionali, la sessualità è condizionata dall' ASSETTO emozionale ed AFFETTIVO
Nel 2003, è stato dimostrato (BRODY) che l'ALEXITIMIA, cioè la difficoltà a riconoscere ed elaborare le proprie emozioni, è collegata ad una evidente riduzione dei rapporti sessuali nelle donne, soprattutto in quelle con disfunzioni sessuali associate.
Ciò è stato dimostrato anche negli uomini (disfunzione erettile), confermando l'importanza della componente emotiva nelle relazioni sessuali, intesa in particolar modo come ridotta capacità di "comunicare" le proprie emozioni. Riemerge sempre e comunque quello che Noi chiamiamo "il fantasma del non detto", che cresce sempre più dentro di noi, fino a diventare un macigno. Sarebbe quindi decisivo il "nesso causale" tra scarsa vita immaginativa con conseguente riduzione delle fantasie sessuali, cioè il cosiddetto EROS IMMAGINATIVO, punto chiave della sessualità.
Non vogliamo entrare in altre aree specifiche condizionanti la sessualità in toto (aree del desiderio, ambiti del piacere, esperienze sessuali pregresse, ruoli di coppia, etc), ma ci interessa sottolineare che le donne con obesità, o in netto sovrappeso (IMC-indice di massa corporea aumentato), presentano una maggior difficoltà e/o problematicità nelle esperienze sessuo-affettivo-relazionali e un ridotto desiderio sessuale (Kaplan). In sintesi, verrebbe confermata da vari studi di ricerca (Pinchiro 2010), la relazione tra obesità e disfunzione sessuale e sinceramente siamo in grado di affermare che il "peso" del corpo nelle relazioni sessuali ed affettive delle donne, riveste una rilevante importanza in quanto gli studi finora effettuati, sembrano confermare che, all'aumentare dell' IMC, aumenta il grado di insoddisfazione sessuale ed affettivo.
In conclusione, la maggior o più spiccata tendenza al "conflitto" con il proprio corpo nelle donne obese, interferirebbe in maniera decisiva sul calo del desiderio e sulla diade "affetto-sessualità", nelle relazioni intime.
Voglio spendere alcune parole sulla "malattia come linguaggio dell'anima": le malattie costituiscono dei campi. Ad ogni sintomo (disturbo) non corrisponde solo una forma corporea, bensì anche un relativo campo costituito da modelli di comportamento e di strategie di vita e di sopravvivenza. Nella malattia, una certa quantità di energia si trasforma in una struttura fissa, che si radica profondamente nell'inconscio, come modello. Il campo che crea la malattia si nutre del modello celato nel profondo: su un certo terreno possono crescere solo alcune piante, ma non tutte; trasferiti alla malattia, ciò significa: una tematica di base, per esempio un problema di obesità, stabilisce il modello ancorato in profondità, e tutte le terapie prescritte pur con le migliori intenzioni che non riescono a raggiungere il livello del modello che ne sta alla base, non danno a lungo termine risultati accettabili: è solo questione di tempo, ma prima o poi il modello catturerà di nuovo i soggetti in questione. Il mondo della psiche  non si comporta nè in modo logico nè in modo cronologico, ma in modo sincronico e analogico, come ci mostrano i sogni che facciamo ogni notte. Per esercitare un'influenza durevole sulle malattie, soprattutto psico-somatiche, non basta operare dei cambiamenti cosmetici in superficie; una malattia non potrà mai essere cancellata senza una compensazione, perchè il modello che ne sta alla base non scompare tanto facilmente. La vera guarigione richiede una alternativa nell'ambito del modello precostituito. Chi alimenta la propria pinguedine (obesità), sviluppa un sintomo (disturbo) che raggiunge lo scopo di mantenere il proprio equilibrio: in altre parole, il sovrappeso od obesità, che conferisce alle donne una certa protezione contro l'ambiente (esterno) circostante, ostile, e le permette di trovare una "soddisfazione compensativa" nel cibo, è sicuramente molto meglio di una grave depressione dovuta ad un lutto o dispiacere d'amore non superato. Ciò di cui dobbiamo occuparci è una elaborazione del problema.
La malattia è l'incarnazione problematica di un modello; la paziente è costretta a vivere questo modello che le si oppone ma che consapevolmente non accetta: vivendo consapevolmente un modello, si compie un rituale: il primo passo verso la guarigione sta nel riportare alla coscienza questo "rituale". Se invece di riempirci con la "coscienza sporca" cominciamo a seguire rituali consapevoli di alimentazione, la pressione del sintomo diminuisce subito. Che la gola abbia a che fare con la somatizzazione, lo si deduce direttamente dal suo "ruolo". La soluzione migliore in assoluto, concludo, sarebbe quella di imparare a voler bene a se stessi: creare un rituale consapevole dal modello inconscio della malattia è il primo passo da compiere. Quello successivo sarà quello di "cambiare" i dolorosi livelli di elaborazione (che è un lavoro) con quelli evolutivi di redenzione che comporta il vantaggio della soluzione: l'amore che coinvolge corpo, anima e spirito rappresenterebbe l'autentica soluzione del caso.